Terapia
Cranio-Sacrale:
l'armonia
del ritmo vitale e la bellezza interiore
prefazione
Non sempre le "terapie" sono
esclusivamente finalizzate al recupero della salute o alla guarigione dalle
malattie, ma possono svolgere un valido strumento per migliorare il nostro
equilibrio, permettendoci di migliorare l'armonia del nostro corpo con benefici
anche per il nostro aspetto.
bellezza come integrazione
ed appartenenza
Da sempre l’attenzione di
ogni persona è incentrata sul bisogno di inserirsi ed integrarsi coi propri
simili, per potersi sentire accettati ed apprezzati. Sentirsi valorizzati,
ammirati, piacere in fondo è qualcosa che ci permette di appartenere, di
avere una identità, di essere parte di.
Infatti, fin dalla notte dei
tempi, il bisogno di mostrare un bell’aspetto, di apparire, ha costellato la
cultura dei popoli: i principali reperti archeologici, oltre a strumenti di
guerra, riportano alla luce pettini, monili, strumenti per il trucco; la
ricerca della bellezza e dell’eterna giovinezza è il mito che pervade, come
una forma di “cultura non ufficiale”,
tutta la storia dell’umanità.
La raffinatezza dei monili
Persiani o Greci, la cosmetologia e l’arte del trucco degli Egizi e degli
Etruschi, la cura del corpo da parte dei Romani testimoniano il bisogno
dell’umanità di ricercare non solo strumenti che permettessero di superare
gli stati di malessere o le malattie, ma anche, e forse, soprattutto, di
“mos-trare il benessere” come forma di identificazione e distinzione.
In moltissime culture la
ricerca del benessere è stata accompagnata dall’occul-tamento dei segni del
decadimento e della malattia, fino all’iso-lamento ed esclusione, se non la
eliminazione dei diversi, dei malati.
Unguenti, massaggi, terme,
essenze preziose e rare, cosmetici e trucchi, olii balsamici per la cura del
corpo ed aromi speziati per rendere gradevole l’aspetto tentano di curare e
mascherare l’ineluttabile processo di invecchiamento e decadimento che
accompagna l’uomo dalla nascita verso il grande ignoto, ciò che la maggior
parte di noi teme: verso la morte.
Nonostante le cure, il
belletto, segni indelebili si mostrano sul corpo e sul viso, come
testimonianza dello scorrere del tempo, come memoria
delle tensioni e delle esperienze che ogni giorno rimarcano la nostra
vita. I tessuti del corpo registrano implacabili la perdita della nostra
vitalità, della freschezza, della nostra elasticità rimarcando i segni che
gli squilibri e le tensioni provocano in noi.
armonia e giovinezza: i tessuti connettivali
Il processo di invecchiamento
organico, però, non è direttamente dipendente dalla nostra età anagrafica:
possono esistere differenze sostanziali fra la nostra età ed il grado di
invecchiamento dei tessuti, differenze che si mostrano sulla nostra superficie
corporea mostrandoci più o meno giovani rispetto alla nostra età.
Fra tutti i tessuti biologici
che costituiscono il nostro corpo, quello considerato in genere meno
importante, è in realtà quello che mostra i segni della perdita
dell’armonia e che, viceversa, è il tessuto che maggiormente sarebbe in
grado di mantenere il nostro benessere: il tessuto connettivale.
Il tessuto connettivale è il
principale costituente del nostro corpo; potremmo paragonarlo ad una rete
tridimensionale di cellule connesse fra loro da filamenti più o meno estesi,
che delimita degli spazi. In un certo senso potremmo definirlo un contenitore
duttile con spazi che possono essere riempiti da sostanze, quali ad esempio
il collagene, l’elastina e i mucopolisaccaridi del tessuto
sottocutaneo; la miscela di sostanze e sali minerali del tessuto osseo; da
cellule, come avviene nei tessuti come quello muscolare od i tessuti
parenchimatosi (fegato, milza, ..).
Il connettivo diventa il
legante, il trait d’union fra i differenti componenti del nostro sistema
corporeo, il mezzo che permette una continuità fra diversi distretti
anatomici e funzionali, favorendo gli scambi ed il loro nutrimento. Infatti è
nel tessuto connettivale che i vasi sanguigni e linfatici viaggiano
all’interno del corpo ed è in questo tessuto che i nervi trovano la loro
via fino ai distretti più lontani dal sistema nervoso centrale, per portare o
raccogliere informazioni sul nostro stato: nel tessuto connettivale, o nelle
forme specializzate di questo tessuto, si
localizzano le terminazioni nervose che permettono al nostro cervello di
monitorare continuamente il nostro stato ed è in questo tessuto che si
accumulano le sostanze di riserva, i grassi, i liquidi del corpo. Ed è sempre
il tessuto connettivale che assorbe le sollecitazioni meccaniche e fisiche a
cui è sottoposto il nostro corpo.
Ogni trauma, sia interno che
esterno, ogni attività fisica genera energia cinetica che viene assorbita e
distribuita dal sistema connettivale: si pensi ai muscoli che trasmettono alle
ossa l’energia generata dalla contrazione grazie al tessuto connettivale che
riveste i muscoli stessi originando i tendini, od al tessuto sottocutaneo che
assorbe le pressioni esercitate sul corpo dall’esterno e permette lo
scivolamento dei piani cutanei sui piani profondi.
Possiamo affermare che
l’invecchiamento, ovvero le tracce che si fermano nei nostri tessuti, non
sono altro che il segno di un accumulo di tensioni nel tessuto connettivale.
Le rughe sono l’espressione visibile e tangibile delle tensioni muscolari ed
emotive che hanno creato nel nostro tessuto sottocutaneo una impronta
permanente; le smagliature indicano una alterazione del tessuto connettivale
nelle sue caratteristiche biochimiche, mentre il fenomeno di accumulo di
grassi dipende dalla somma fra le alterazioni biochimiche ed ormonali del
tessuto associato a fenomeni di tensione presenti nel tessuto stesso che
limitano il regolare flusso linfatico.
La perdita della
“bellezza” è, in fondo, l’espressione della perdita dell’armonia e
dell’equilibrio dei tessuti connettivali, disarmonia che viene espressa
sulla superficie del corpo. Ma ancora più importante della esteriorizzazione
di queste disarmonie, è la ripercussione che tali alterazioni hanno sul
nostro corpo. L’accumulo dell’energia cinetica nei tessuti, delle
tensioni, delle emozioni inespresse genera nelle fasce connettivali
distorsioni che non solo limitano la funzionalità locale e distrettuale, ma
che hanno ripercussioni anche in distretti distanti dalla zona di tensione,
generando “patterns”, cioè schemi che influenzano l’equilibrio
dell’intero corpo facilitando sia il processo di invecchiamento che le
alterazioni che predispongono il nostro corpo allo sviluppo di inestetismi e
malattie.
Lo stesso sistema nervoso,
centro pulsante della nostra vitalità, può risentire della influenza di tali
patterns: il cervello ed il midollo spinale sono infatti rivestiti da una
serie di membrane connettivali, le meningi, che si continuano attraverso il
perinervio, la guaina che riveste i nervi, nei tessuti all’esterno del
sistema nervoso.
Taluno ha affermato che la
vita è l’espressione di una pulsazione: la nostra nascita è
l’espressione di una inspirazione, il lasciare entrare l’energia vitale
dentro di noi, come ci ricorda la bibbia con la parola “fiat” che Dio
pronuncia nel soffiare la vita dentro Adamo donandogli il “fiatus”
(respiro); la nostra morte è l’esalazione dell’ultimo respiro, una
espirazione. Tutta la nostra vita è l’incessante alternarsi pulsante di
inspirazioni ed espirazioni che con il loro ritmo scandiscono la nostra
esistenza sottolineando con l’affanno i momenti di fatica, con i sospiri i
momenti di preoccupazione, con lo sbuffare quando non ne possiamo più, con un
respiro calmo e profondo il rilassamento, con l’apnea gli attimi di terrore.
Anche il cuore col suo pulsare
ritmico scandisce il tempo e le emozioni della nostra vita: ancora prima che
il respiro, che si esprime nel momento della nascita, il cuore ci accompagna
fin da quando la nostra essenza stessa comincia a prendere forma, creando una
integrità fra noi e nostra madre, trasferendo in noi il ritmo del suo battito
e legandoci a lei, nei lunghi mesi della gestazione. Il battere del cuore ci
accompagna nella nostra esistenza prima ancora che nella vita, regalandoci
batticuore nei momenti di gioia o palpitazione nei momenti di paura.
Ma esiste un ritmo ancora più
profondo, una pulsazione connessa con l’essenza stessa della vita, molto
spesso misconosciuta perché difficilmente percepibile per chi non impari a
coglierla: è la pulsazione stessa di ogni cellula che unendosi alle altre nel
loro espandersi e contrarsi costituiscono il “respiro primario”.
Il respiro primario è
l’espressione del pulsare sincrono delle cellule, che attraverso il corpo si
manifesta in quello che viene definito il “Ritmo Cranio-Sacrale”: il
cervello non è dotato solo di cellule nervose, ma anche di cellule
connettivali con azione di nutrimento e sostegno, di strutture ossee coi
relativi tessuti associati che lo proteggono, di membrane connettivali, le
meningi, che lo fasciano, di liquido che fluisce al suo interno che lo nutre e
lo rende vivo e pulsante; questo rappresenta il “Sistema Cranio-Sacrale”.
Un insieme di strutture anatomiche ben note,
che si comporta come una unità funzionale che lavora all’unisono: la
produzione del liquido (liquido cefalorachidiano) che scorre all’interno ed
intorno al cervello ed al midollo spinale fra le membrane meningee, assieme al
naturale movimento di espansione e contrazione delle cellule di sostegno,
imprime all’insieme di queste strutture un movimento di espansione e
contrazione ritmico favorendo la circolazione di questa linfa vitale al
proprio interno.
È grazie a questo liquido, al sacco di
rivestimento, le meningi, che in un certo qual modo si ricrea l’amnios, un
liquido in cui crescere e svilupparsi, un simbolico paragone fra
l’embrione che galleggia nell’utero materno ed il cervello bagnato dal
proprio liquido e protetto dal proprio involucro.
Come il liquido amniotico
permette al feto di galleggiare all’interno del sacco amniotico, così il
liquido cefalorachidiano, il liquor, avvolge, nutre e protegge il cervello,
permettendogli di svolgere le sue funzioni di controllo e di sviluppo della
nostra essenza..
l'amnios cerebrale: il
sistema cranio-sacrale
Questo liquido viene
continuamente rinnovato da strutture poste nella parte più profonda del
cervello stesso, i plessi corioidei, che lo distillano a partire dal sangue;
attraverso gli spazi interni al cervello stesso, i ventricoli, e gli spazi
posti al di sotto del tessuto connettivale meningeo, gli spazi subaracnoidei,
bagna e nutre ogni cellula cerebrale e del midollo spinale per poi venir
riassorbito a livello del cranio, dai villi aracnoidei.
La continua produzione di
liquido permette la perfetta omeostasi dell’ambiente che circonda il
cervello; l’incessante pompaggio, che inizia ben prima della nostra nascita,
è il fulcro ed, in un certo senso, il motore del meccanismo di
“respirazione primaria”.
Il cranio, la spina dorsale e
l’osso sacro, con la fascia connettivale che li avvolge, si muovono in
movimenti ritmici per adeguarsi a queste fasi di espansione e contrazione
permettendo alle mani esperte di chi ha imparato a riconoscere questa
pulsazione vitale di “leggere” il suo ritmo, la sua ampiezza e la presenza
di eventuali asimmetrie o limitazioni di questo movimento alternato, potendone
determinare la qualità.
Si deve a William Sutherland
l’intuizione che la complessa struttura articolare del cranio non poteva non
avere un significato funzionale: le complesse suture che uniscono le ossa del
cranio fra loro permettono al cranio stesso di espandersi e contrarsi per
favorire questo movimento ritmico, che favorisce lo scorrere del ritmo vitale
in una alternanza di espansioni e contrazioni, che si trasmettono attraverso i
tessuti connettivali, la fascia, ad ogni parte del corpo, favorendo la vitalità
del corpo stesso.
N.B.: l' immagine anatomica di questo articolo è tratta dal CD-Rom: F.
Netter, M.D. “Interactive
Atlas of Human Interactive
Atlas of Human
Anatomy”
Ciba
Medical Education Casa Editrice Novartis

Per ulteriori informazioni, contattare:
Centro di Kinesiologia Transazioanle S.r.l.
Via Peschiera, 25 - 41100 Modena (MO)
Telefono: 059393100
(dal lunedì al venerdì - dalle 9.00 alle 12.30 / dalle 15.00 alle
19.00)
Fax: 059374821
Posta elettronica: ckt@kinesiopatia.it
Webmaster: gandalf@kinesiopatia.it